giovedì 6 maggio 2010

AL TURTLEN - L'OMBELICO DEL MONDO

   Narra la leggenda che il proprietario della locanda “Corona” di Castelfranco nell'Emilia, sbirciando dal buco della serratura della stanza di una nobildonna sua ospite, rimase tanto colpito dalla bellezza del suo ombelico che volle riprodurlo in una preparazione culinaria.
   Un'altra variante della storia trae spunto dalla “Secchia rapita” del Tassoni e racconta di come ai tempi della “secchia”, una sera dopo una giornata di battaglia tra Bolognesi e Modenesi, Venere Bacco e Marte trovarono ristoro presso la locanda “Corona”.La mattina seguente Marte e Bacco si allontanarono dalla locanda lasciando Venere dormiente, che al risveglio chiamò qualcuno e il locandiere che accorse, sorprendendola discinta rimase così impressionato dalle sue splendide forme che tornato in cucina con ancora in testa ciò che aveva ammirato, strappò un pezzo di sfoglia, lo riempì e ripiegò dandogli la forma dell'ombelico della dea.
   Sicuramente la vera origine del tortellino è oramai persa nelle nebbie del tempo, ma è sotto le due torri che questa pasta ha trovato la sua consacrazione, divenendo oramai un simbolo della nostra gastronomia famoso in tutto il mondo: chiunque alla parola tortellino ha la visione di quella bella scodella fumante, legata strettamente ai giorni di festa o alle domeniche in famiglia, al sapore pungente della noce moscata, alla perfetta unione di pasta fresca, saporito ripieno e brodo avvolgente.....un piatto una garanzia per ogni vero bolognese.
   Per celebrare degnamente il tortellino gli chef Michele Mandolesi e Marco E.De Santi del ristorante “C'era una volta” hanno ideato una cena interamente a lui dedicato, attraverso i secoli.....fino al dolce che si è svolta l'ultimo venerdì di Aprile.
   Ad aprire le danze, a sorpresa però, è stato un antipasto di mortadella di Pasquini, altro pezzo da novanta della nostra gastronomia cittadina accompagnato da un assaggio di salame rosa (sempre prodotto dallo stesso artigiano e dal suo discepolo Davide Simoni), che è un insaccato di ricetta ottocentesca, fatto con le stesse materie prime della mortadella ma che subisce differenti processi di macinatura e cottura, che gli donano un sapore veramente delicato.
   Poi è cominciato il valzer delle scodelle, con un tortellino blasfemo “Sapore di mare”, dal ripieno ittico in uno squisito brodetto di pesce con gamberone sgusciato di guarnitura, qualcosa di veramente geniale e così lontano dalla nostra visione classica di questo piatto, seguito da cappelletti alla moda romagnola ripieni di ricotta in un delicatissimo brodo all'odore di limone.
   La portata successiva, i ravioletti casalinghi “ricchi e poveri”, è stata un omaggio alla tradizione “povera”dei giorni di festa dove all'umile pasta e fagioli venivano aggiunti dei tagli di pasta fresca con un ditale di ripieno di carne a cui sono seguiti i tortellini all'antica sulle tracce di Bartolomeo Scappi, ispirati ad una ricetta del lungimirante cuoco e gastronomo bolognese del seicento dove lo zenzero donava alla portata quel tipico sentore speziato tanto comune nei piatti di quel periodo.
   E' venuta poi l'ora dopo tutte queste variazioni sul tema del piatto principe della serata, il tortellino canonico alla bolognese, che non ha parole per essere descritto, lasciando tutto il piacere in esclusiva alle papille gustative che ha aperto la strada ai dolci, ovviamente sempre in tema, uno speziato tortellino dolce alla moda del settecento e un tortellino al cioccolato in salsa di frutti di bosco.
   La cena al ristorante “C'era una volta” è stata una perfetta celebrazione di questa tipica ricetta felsinea e verrà riproposta, come pure quella dedicata alla tagliatella e al vitellone di razza romagnola nel prossimo autunno e consiglio vivamente a chiunque fosse interessato a godere della tipicità dei nostri prodotti e delle nostre ricette di parteciparvi, sarà una vera esperienza di Bolognesità a tavola.

Alla prossima
Claudio

4 commenti:

  1. Bellissima l'idea di questo blog,,infatti mi sono aggiunta subito tra i lettori fissi!!!
    Io sono Katia, bolognese doc trapiantata da un anno negli Usa...ma casa e' sempre casa altro che! Comunque, qui sto dando vita ad una attivita' legata al cibo tradizionale bolognese e a far conoscere la nostra bella citta' (che non conoscono...); visto e considerato che gli italiani che vivono oltreoceano sono tutti meridionali di seconda o terza generazione,che importarono nel dopoguerra il cibo per lo piu' siculo.
    In vista di un evento in estate sto preparando materiale sia cartaceo che da mangiare...be' mi chiedevo, se per caso avessi qualche domanda in merito alle tradizioni di Bologna, potrei ricevere un aiutino? Viva la mortadella, Katia

    americanpieedintorni.blogspot.com

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  2. Ma certo Katia!!!!Una Bolognese...e' sempre una Bolognese!!!Un bacio Grande!!Andrea

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  3. Katia tutte le domande che vuoi puoi fare e di sicuro ti aiuteremo a portare la nostra esperienza con te negli usa!!Sai che la nostra terra e' piena di prelibatezze culinarie dai tortellini ai tortelloni alle tagliatelle,dai gnocchi alle lasagne ai cannelloni alle rosette!! che in veramente pochi conoscono alla ricotta e spinaci con un pochino di prosciutto cotto!!E se anche un pochino della nostra esperienza ti potesse essere di piacere...siamo o non siamo sempre orgogliosi di essere Bolognesi!!!
    Davide

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  4. Grazie mille ragazzi!!! Il vostro entusiasmo e' uno spettacolo...questo e' perche' siam "venuti su' bene" come dice mio nonno, a tagliatelle col ragu'. A presto sicuramente,
    ciao
    Katia

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