giovedì 22 aprile 2010

C'ERA UNA VOLTA IL VITELLONE DI RAZZA ROMAGNOLA ALLA BOLOGNESE

   In questo primo sprazzo di primavera, riscaldato da uno splendente sole e dall'impeto di una campagna elettorale sentita quanto polemica, sfociata oramai nel suo epilogo stranamente astensionista, Bologna la “grassa” è però in grado di offrire squisite serate culinarie per nulla “par condicio”dove un solo candidato la fà da padrone:la fantastica gastronomia bolognese, su cui destra e sinistra incredibilmente sono concordi siedendosi pure allo stesso tavolo.
      Grazie alla mirabolante vastità di eventi pubblicizzati su Feisbook ( traduzione bolognese effettuata dal mitico scrittore e agitatore web “maso”Masotti) mi sono imbattuto in una cena organizzata dal ristorante C'ERA UNA VOLTA, all'inizio della splendida via d'Azeglio, presso l'hotel Roma, famoso soggiorno cittadino di artisti, dove il filo conduttore della serata erano i menù petroniani tra tradizione ed innovazione e nel caso particolare il protagonista delle ricette di ieri e di oggi era la carne di vitellone della razza romagnola, uno dei prodotti IGT ( Indicazione Geografica Tipica ) della nostra regione.
    Presenti alla serata gastronomi, produttori, esperti e narratori tutti impegnati a spiegare l'importanza della salvaguardia e valorizzazione della tipicità gastronomica che è una nostra ricchezza,cittadina, regionale e nazionale e a decantare la qualità, effettivamente elevata, delle creazioni dello chef Michele Mandolesi.
   Una overtoure di scaglie di grana annaffiate da un trentennale aceto balsamico ha introdotto i sublimi antipasti suddivisi in due portate, la prima di cruditè come carne salada e misticanza e una tartara su erbette di stagione, la seconda con una lingua in salsa verde e una polentina conzata alla petroniana. Ma a suscitare un balzo indietro nel tempo, dal punto di vista sensoriale è stata la zuppa “ottocento”al sugo di carne che mi ha catapultato nella cucina di mia nonna dove minestroni e ragu alla bolognese erano gli ospiti fissi dei fornelli, qualcosa che ahimè è solo un ricordo, ma che in quella portata era di nuovo realtà. La tornata di primi si è conclusa con un delicato risotto allo stracotto.
   L'avanguardia dei secondi era costituita da una “trippa gloriosa”alla moda di Bologna, piatto di origini povere ma veramente sfizioso che ha aperto la strada al “trionfo del filetto tricolore” dove questo squisito taglio di carne veniva presentato in verde al guanciale e fave, in bianco al gorgonzola e pepe nero e in rosso al Sangiovese, un piatto grandiosamente istituzionale.
   La cena, accompagnata da tipici vini della DOC Colli di Bologna della cantina Cesari, si è conclusa con uno squisito semifreddo di pera e cioccolato dove menzione speciale è da attribuire agli alchechengi affogati nello scuro e fondente nettare.
   Una vera esperienza per gli amanti della gatronomia nata sotto le due torri questa serata spot,che vedrà una prossima data, tutta dedicata all' ”ombelico del mondo” il tortellino , sempre nella stessa location il 23 di Aprile.
Io non mancherò di certo,alla prossima abbuffata di bolognesità.
Claudio

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